"Ancora occupazioni a Roma. "SCuP", acronimo di "sport e cultura popolare", realtà di attivisti e sportivi nata nella primavera dello scorso anno, ha riconquistato lo stabile in via Nola. Gli occupanti erano entrati nel palazzetto di proprietà prima del ministero dei Trasporti, poi dell'Economia tramite il Fondo immobili voluto da Tremonti e infine di una società (la F&F immobiliare) dichiarata inattiva, a maggio del 2012. Il 25 gennaio di quest'anno però la Questura aveva proceduto allo sgombero: via gli occupanti, le attrezzature, mattoni a sigillare l'ingresso, camionette e cancelli serrati. Il pomeriggio stesso gli "Scuppiati", così si chiamano tra loro, avevano deciso di entrare però in possesso di un palazzetto dell'Atac in via Monza, sempre nel quartiere di San Giovanni, a pochi passi dalla vecchia occupazione. Spazio di tre piani di proprietà dell'Atac ma oggi abbandonato.Stamattina però i ragazzi hanno deciso di tornare "al primo amore". E così partiti di corsa dal nuovo presidio hanno scavalcato i cancelli di via Nola e rioccupato lo stabile per realizzare servizi sportivi e culturali e fermare la speculazione.[...] "SCuP" riprenderà la sua attività in stato di occupazione: palestra, osteria, spazio bimbi, biblioteca, scuola popolare, aula studio, mercato di produttori e artigiani, web radio e wifi-libero. Ma le ambizioni prevedono l'apertura al co-working [...] e alla tutela dei precari attraverso sportelli e mutue"Quindi al posto di un immobile, probabilmente preda della speculazione, si mette su una specie di centro commerciale alternativo ed abusivo, il cui apice sono la webradio ed il wifi-libero.
E la cosa più brutta è che in piena campagna elettorale, qualcuno ne approfita per dare adesioni con diritto di riscatto:
"oggi [...] alle 18 con l'assemblea cittadina" alla quale hanno già dato la loro adesione rappresentati di SeL e di Rivoluzione civile"Qualcuno ci dovrebbe spiegare come si conciliano le occupazioni, soprattutto quelle non a scopo abitativo, e le attività commerciali abusive, con la legalità di cui questa campagna elettorale si riempie continuamente la bocca.